La storia dei Levantini, la comunità italiana più antica della Turchia, ancora oggi presente a Istanbul e non solo
Chi sono i Levantini?
I Levantini sono un antichissima comunità italiana che, a partire dall’11° secolo, popolò le coste del Mediterraneo Sud-orientale (e nel caso genovese anche della Crimea). Questi erano legati soprattutto alle rotte commerciali delle Repubbliche marinare (Genova e Venezia in primis, ma anche Pisa, Ancona e Amalfi), che desideravano avere delle proprie basi in questi luoghi per favorire l’acquisizione e la vendita di beni altrove estremamente rari. Con il passare dei secoli, la loro presenza nel vecchio Impero bizantino andò affermandosi sempre di più sia per numero che per importanza economica, tanto che, secondo alcune stime, nella sola Costantinopoli se ne contavano circa 60.000.
Il rapporto con i Romani d’Oriente tuttavia non fu particolarmente idilliaco, tanto da subire nel 1182 il “Massacro dei Latini”, che ne spazzò via diverse decine di migliaia, con almeno altri 4.000 di loro che vennero venduti come schiavi all’Impero selgiuchide. Ciò portò gli italiani a provare un risentimento sempre maggiore nei confronti di questa potenza, arrivando a finanziare rivolte in gran parte di quell’Impero. L’episodio di maggior scontro fra Levantini e Bizantini sarà tuttavia la celeberrima Quarta crociata, dove i veneziani si impegnarono più che mai per far sì che la spedizione non si dirigesse verso la “Terra santa”, bensì contro Costantinopoli, arrivando addirittura a conquistarla. Tale episodio segnerà l’inizio di un profondo e inarrestabile declino per l’Impero romano d’Oriente, favorendo sempre di più la penetrazione ottomana in queste terre; secondo alcune ricostruzioni, il ruolo di Genova nella stessa “Conquista di Costantinopoli” fu assolutamente centrale.
I Levantini e gli ottomani
Quest’ultimi erano infatti a conoscenza dei piani di Maometto II per trasportare le proprie navi nel Corno d’oro, ma strinsero con il sultano un accordo di segretezza che permise all’esercito turco di agire indisturbato. Con la definitiva conquista ottomana, i Levantini acquisirono un’incredibile numero di vantaggi, riuscendo in brevissimo tempo a diventare elemento centrale dell’élite economica dell’Impero.
Raggruppati sotto la “Nazione Latina”*, essi svolsero a lungo il ruolo di dragomanni (ovvero di “interpreti” presso l’Impero ottomano), diventando sempre più centrali per quanto riguardava i rapporti internazionali fra la Sublime Porta e il resto del mondo conosciuto. Con l’arrivo delle famose “Capitolazioni ottomane”, i loro vantaggi crebbero sempre di più, diventando una sorta di “ambasciatori” dei propri paesi e del mondo cattolico in queste terre, godendo così del privilegio di esser giudicati non secondo la legge del sultano, bensì con quelle dei loro stati d’origine, ampliandone ulteriormente i privilegi.
* Nell’Impero ottomano le varie confessioni religiose dell’Impero erano rappresentate dalle “millet” o “Nazioni”, all’interno delle quali erano raggruppati tutti i fedeli di quella data religione. Questo fece sì che tutti i Levantini, i francesi, i spagnoli, etc… venissero raggruppati sotto la “Nazione latina”, ovvero il millet cattolico. Altre celebri millet erano ad esempio quella armena, quella greca e quella ebraica.
La fine dell’idillio d’amore
Con la caduta di Venezia prima e Genova poi, il potere italiano nell’Impero andò via via esaurendosi a favore dell’elemento francese che, visti anche i successi di Napoleone, portò i transalpini a divenire la colonna portante della Nazione latina, trasformando la loro lingua come la principale di questa millet. A seguito della Guerra d’indipendenza greca, vi furono diversi Levantini che favorirono gli ellenici e ciò causò un profondo risentimento da parte degli ottomani, che obbligò quest’ultimi a trasferirsi dalle isole dell’Egeo alla terra ferma, con Izmir e Istanbul come principali mete.
Giovanni Scognamillo, uno degli ultimi grandi Levantini, fu giornalista, scrittore, attore, critico cinematografico e docente universitario
A seguito della Guerra di Crimea (1853-56), tuttavia, i rapporti migliorarono molto, al punto che vi fu una nuova migrazione italiana verso la Sublime Porta, portando a Costantinopoli figure di gran prestigio come il compositore Giuseppe Donizetti. La successiva Guerra italo-turca ruppe però questa lunga storia d’amore, portando il sultano a espellere tutti gli italiani dal paese, salvo poi reintegrarli nel 1912 con il primo Trattato di Losanna (1912). L’idillio d’amore era però definitivamente terminato e, con la nascita della Repubblica turca, il loro ruolo e la loro prosperità si ridusse sempre di più, portando molti di loro ad unirsi con matrimoni misti alla società turca o emigrare nel Bel Paese. Ad oggi sono ancora presenti fra i 3.000 e i 3.500 Levantini, la maggior parte dei quali risiede a Istanbul. Sono legati soprattutto al quartiere di Galata e al Circolo Roma, la più grande associazione levantina ancora oggi esistente.