Gli yalı, le ville ottomane sul Bosforo

La storia degli yalı, edifici ottomani di straordinaria bellezza, diventati involontariamente simbolo di un passato dolce-amaro

Gli yalı

Chi ha mai preso il traghetto a Istanbul non può non esser rimasto stregato dagli yalı, le leggendarie ville che popolano il Bosforo, dispensando bellezza e gusto a chi ci passi davanti; ma cosa sono questi yalı? Per comprendere appieno cosa siano è necessario fare un passo nella lingua e nella cultura turca. Nel mondo turco v’è infatti un altro tipo di residenza estremamente caratteristica: il konak. Quest’ultimo, all’interno del mondo ottomano, rappresentava il tipico palazzo della borghesia e aristocrazia e non a caso la traduzione del suo nome è “dimora” o “residenza” ed erano costruiti soprattutto nell’entroterra. Al contrario, yalı significa “marino” o “riva dell’acqua”, volto ad indicare la sua precisa e particolare locazione. Tale caratteristica si rivela determinante in quanto, anche se vengono chiamati yalı tutte le ville marine sul Bosforo, è l’unica che gli garantisce tale denominazione. Tendenzialmente sono comunque tutte costruite in legno di altissima qualità e, essendo state erette tutte fra il 18° e i primi anni del 20° secolo, lo stile è comunque abbastanza omogeneo.

Il più antico yalı ancora esistente è quello di Amcazade Köprülü Hüseyin Pascià, che risale al 1699, mentre il più costoso è lo Erbilgin, che ha ben 64 stanze ed è stato acquistato per la cifra record di 100 milioni di dollari.

Ville maledette

Dalle caratteristiche su citate, tuttavia, nasce un interessante riflessione, legata soprattutto alla storia dei loro primi proprietari e all’Impero ottomano. Come si può infatti vedere ne “La casa di Leyla“, gran parte di tali yalı vennero costruiti nell’ultimissimo momento di gloria della Sublime Porta, quando ancora vi era una forte e ricca classe nobiliare in grado di permettersene le spese di costruzione, magari con alcuni terreni in Rumelia o nell’attuale Bosnia. Con la perdita sempre più rapida e inesorabile di questi possedimenti, tuttavia, molte di tali casate finirono sul lastrico ritrovandosi spesso a una stremante lotta contro la povertà, se non addirittura alla tremenda perdita di quelle meraviglie che i propri avi avevano accumulato.

Inoltre, con la nascita della Turchia moderna furono moltissimi i nobili che dovettero riciclarsi in nuove posizioni, in quanto appartenenti a un ordinamento che de facto non esisteva più. Gli yalı sono quindi considerabili come l’ultimo momento di fasto ottomano prima della tempesta, l’ultima gioia prima della Prima guerra mondiale, e per questo elemento architettonico estremamente carico di significato e, involontariamente, di simbologia. Se passate a Istanbul vi consigliamo caldissimamente una gita sul Bosforo per ammirarli, magari con un bel çay e una copia de “La casa di Leyla” comprata sul posto.
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