Çay, ovvero “tè” in turco, la bevanda più amata in assoluto da questo popolo, con una storia che si lega a doppio filo con quella del Paese
Alle origini del çay turco
Contrariamente a quel che si pensa, la storia del tè in Turchia ha origini molto antiche, ma il suo sviluppo fu un evento molto recente e collegato soprattutto alla sconfitta durante la Prima guerra mondiale. Il çay era infatti già conosciuto e apprezzato nella Penisola anatolica sin dal 6° secolo, la bevanda nazionale, però, fu a lungo il caffè che, specialmente durante l’Impero ottomano, divenne la preferita di tutti i sudditi della Sublime porta, tanto che già nel 1555 venne aperta la prima “Casa del caffè”; per vedere la prima “Casa del tè” si dovrà invece attendere sino al 1878 e ciò anche per ragioni storiche. L’Impero ottomano si procurava infatti la stragrande maggioranza del proprio caffè dalle sue province arabe ed africane e, con l’acuirsi delle difficoltà interne, divenne sempre più difficile accaparrarselo. Tale opzione peraltro svanirà definitivamente a partire dal termine della Prima guerra mondiale, momento in cui i maggiori centri di produzione si staccarono dall’antico Impero, provocando un rialzo dei prezzi così alto da renderlo improponibile sul mercato. Fu in questo momento storico che il neonato governo turco iniziò a guardare con gola quest’antica bevanda, incantato dai successi che l’Impero russo stava ottenendo nei pressi di Batumi, oggi seconda città più grande della Georgia.
I primissimi tentativi vennero fatti nelle campagne intorno a Bursa a partire dal 1888, ma diverse analisi mostrarono presto che quei terreni non erano particolarmente adatti; si dovrà attendere sino al 1918 prima di veder sorgere le prime coltivazioni nei pressi di Rize, attualmente maggior centro di produzione turco. Nel 1924 il governo diede vita al Merkez Çay Fidanlığı, ovvero il “Vivaio centrale del tè”, istituzione che si occupò di distribuire circa 50’000 piantine di tè nella regione di Rize, dando il primo grande impulso alla sua produzione su scala nazionale.
La bevanda più amata dai turchi
Inizialmente la coltivazione non fu semplice e ciò è dovuto al fatto che gran parte dei contadini della zona non aveva la minima idea di come occuparsi di questa pianta e farla rendere al meglio, cosa che scoraggiò moltissimi privati e che sembrò segnarne presto la fine; tuttavia il governo era deciso più che mai e fece davvero di tutto per agevolare la nascita di un’industria specializzata. I primi risultati si videro fra il 1939 ed il 1945, periodo in cui apparvero le primissime coltivazioni su larga scala, ciò richiamò ancor di più l’interesse di Ankara, che decise di occuparsene in maniera massiccia a partire dagli anni ’50.
Compresi infatti i prospetti economici, la Turchia decise di compiere molti investimenti per svilupparne ulteriormente la produzione, cosa che portò in breve tempo ad una trasformazione totale della regione del Mar Nero che, grazie ai nuovi profitti, poté permettersi scuole, strade, ospedali e infrastrutture. A partire dalla metà del 20° secolo divenne di gran lunga la bevanda più consumata e amata dai turchi e ciò, unito alle varie crisi politiche che afflissero il paese dalla seconda metà del ‘900, portò a una serie di problemi di difficile soluzione. Infatti il prezzo del tè si svalutò molto in fretta, portando a tensioni sempre più forti fra i coltivatori e l’autorità centrale, con i primi che, per ottenere maggior guadagno, si curarono sempre meno degli standard qualitativi, facendone precipitare il livello. Con il passare degli anni, però, le cose sono migliorate, al punto che oggi la Turchia è fra i più grandi produttori e consumatori di tè al mondo.
Preparazione
Tradizionalmente il çay turco si prepara con una çaydanlık, particolare teiera turca composta da due bollitori, uno sopra, nel quale verranno messe le foglie di tè, e uno sotto, nel quale verrà invece fatta bollire l’acqua, primo passaggio fondamentale per la produzione di un buon çay. Quando l’acqua sarà pronta, bisogna metterne una parte consistente (ma non tutta) nel bollitore del tè, aggiungere le preziose foglie e ripetere la bollitura. È fondamentale non mettere tutta l’acqua perché quest’ultima servirà al consumatore per scegliere l’intensità della sua bevanda che può variare in: koyu, ovvero “forte/nero”, tavşan kanı, “sangue di coniglio” o açık “leggero/chiaro”. Tutto il çay turco è, salvo particolare specifica, tè nero; la tradizione vuole che sia molto zuccherato e tradizionalmente accompagnato da dolcetti e biscotti dolci e salati.